In un recente articolo pubblicato su “The Lancet” alcuni studiosi evidenziano come la quarantena induca nelle persone confusione, rabbia, paura ed abuso di sostanze, disturbo acuto e post-traumatico da stress. 

Tra le conseguenze psicologiche maggiormente rilevate a causa di questo nemico immaginario ritroviamo: depressione, fobie, ansia generalizzata, disturbi ossessivo-compulsivi ed inoltre il cosiddetto pensiero catastrofico. Si tratta delle tendenza ad anticipare sempre il peggio: “perderò il lavoro”, “finirò in ospedale”, “non ci sono soluzioni al problema”, “l’economia crollerà”… 

Una delle conseguenze psicologiche più evidenti e tuttora diffusa tra la gente è la paura di essere infettati o di poter infettare senza saperlo, e ciò porta da sé il conseguente abbassamento di interazione sociale con le altre persone e il senso di sfiducia verso l’altro, di cui avevo già accennato precedentemente. 

La situazione in cui ci siamo trovati catapultati ha determinato anche la tendenza all’agire, soprattutto attraverso forme di shopping compulsivo; molti di noi si ricorderanno le immagini dei supermercati presi d’assalto con scaffali completamente vuoti… questo perché la mente ci ha portato a credere che determinati beni di prima necessità potessero finire, portandoci perciò a fare scorte esagerate e ovviamente immotivate considerando che fin da subito ci avevano comunicato che sia supermercati sia farmacie sarebbero rimasti aperti. 

Il consiglio che mi sento di darvi è che, continuando a rispettare ed attenerci alle regole imposte per la prevenzione del covid-19, non dimenticatevi di prendervi cura anche della vostra salute psicologica. Se ne sentite la necessità, confrontatevi con uno specialista che possa aiutarvi ad affrontare gli effetti che questo periodo difficile determina. Chiedere aiuto a uno specialista non solo è la decisione più adeguata, ma è già l’inizio di un processo di crescita e di miglioramento.