La pandemia sta mettendo a dura prova la nostra salute psicologica e l’incertezza che oggi dilaga sicuramente non ci aiuta ad avere uno sguardo positivo verso il futuro. Proprio perché tutti in questo momento critico sono concentrati sul presente, credo sia opportuno riflettere anche sul nostro futuro, quando potremo ritornare, perché certamente ritorneremo, alla “normalità” e quali cambiamenti questa situazione ha determinato.
L’essere costretti a casa ci ha permesso di trascorrere più tempo, per chi poteva, con la propria famiglia, ritrovando quel calore e quella condivisione che spesso, nella routine quotidiana, si dà per scontato. Abbiamo quindi riacquisito quei valori familiari che probabilmente ci aiutano ad affrontare tutta questa situazione caratterizzata da ansia, allontanamento e stati d’animo di allerta.
Avendo più tempo a disposizione ci siamo anche dedicati maggiormente alla cura di noi stessi, comportamento sicuramente da mantenere e incentivare perché “mens sana in corpore sano” prima di tutto.
La mascherina, accessorio ormai sempre presente e che, con molta probabilità, ci accompagnerà ancora per un po’, è un impedimento fisico alla piena espressione facciale delle nostre emozioni. Comporta una maggiore difficoltà nella comprensione dei propri e altrui stati d’animo, in questo caso dobbiamo ammettere che la gestualità tutta italiana ci viene sicuramente in aiuto.
L’uso delle mascherine ci porterà a cambiare abitudini e a spostare la nostra attenzione sulla parte superiore del volto altrui, restituendo agli occhi il valore di “specchio dell’anima” e obbligandoci a comunicare soprattutto con la PAROLA!